Se Ho Sung Choi col suo balletto ci prende tutti in giro

Dicono che purché se ne parli, va benissimo che se ne parli pure male e, tutto sommato, mai adagio fu più popolare in questi tempi fakissimi di social imperanti.

Per dire, succede spessissimo anche nel golf, dove pure basterebbe a volte stopparsi a leggere gli score per farsi un’idea abbastanza precisa di quale giocatore si ha di fronte, perché si sa, lo swing è bugiardo, ma i numeri non mentono mai.

In questo senso, il caso del campione sudcoreano Ho Sung Choi incornicia il paradigma perfetto di quanto vado raccontando: basta una primissima occhiata al suo swing balengo ripreso nei video testé postati per pensare di avere di fronte un pescatore dilettante, più che un professionista di golf. E invece…. E invece Ho Sung ti ha appena rivinto sul Japan Tour (mica alla Medaglia Mensile del club) un altro titolo, il Casio World Open, zittendo col 67 finale tutti quegli oltre 500.000 smanettoni che hanno riso grandemente di fronte al primo video del suo swing piroettante postato online poco prima dell’Open Championship.

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Ma si sa, il riso abbonda sulla bocca degli stolti (altro adagio imprescindibile di questi tempi Ndr). Eh sì, perché se non fossimo sempre tutti presi dalla furia del commento inutile a ogni costo e se non fossimo tutti impegnati in una gara di velocità a chi crea il meme più divertente, ci prenderemmo quel poco tempo necessario a domandarci perché diamine possa funzionare uno swing apparentemente così sbilanciato.

Beh, funziona, perché fino all’impatto con la palla le linee della tecnica di Ho Sung sono assolutamente più che canoniche; tutto ciò che avviene dopo che è stata scagliata la palla è ciò che nel film “The Wolf” Matthew Mc Conaughey definiva così: “it’s all fugazi”. È tutto fumo negli occhi.

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Semmai la domanda da porsi, è perché cavolo Ho Sung innesti quel balletto post impatto: potrebbe essere per prevenire un dolore alla schiena (ma a tal proposito ho ascoltato Cristiano Cambi, trainer della nazionale maschile, che mi ha spiegato che il momento di massima rotazione e dunque di super pressione per i lombari è già passato quando Ho innesta l’happy feet danzante), o potrebbe essere per liberare tutta l’ansia che gli macina dentro, o potrebbe essere per montare quel po’ di casino necessario a far parlare di sè.

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Diciamocelo, potrebbe essere la qualsiasi, perché Ho Sung, proprio come faceva Kate Moss prima di lui, non parla, non spiega e non rilascia interviste. Perché lui sì che ha capito come funziona: in tempi fakissimi di social imperanti, si lascia che la gente ne parli, anche malissimo, purché ne parli. Che nel frattempo l’onda smanettona cresce, le visualizzazioni pure, il mito si nutre di tutto questo “fugazi” e magari ti ritrovi con l’invito al Masters per le mani. E allora sì che avrà vinto Ho Sung.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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