Se il golf di Migliozzi segue la… One Direction

Vent’anni appena compiuti, ma Guido Migliozzi da Vicenza con gli occhi color ghiaccio, di cose ne ha già imparate parecchie e pure tutte importanti.

Per esempio, essendo cresciuto con tre sorelle, sa bene che bisogna stare alla larga dalle donne quando hanno la luna storta, anche se in verità le donne starebbero molto volentieri vicine a lui.

Sa quando è il momento di divertirsi e infatti, appena può, corre a ballare sulle note degli One Direction.

Infine, sa giocare benissimo a golf, tanto che, appena uscito dalla nazionale amateur, è già sulla rampa di lancio del Challenge Tour.

Ora: sommando gli addendi (golf stellare, occhi color ghiaccio, One Direction e un certo sex appeal), il risultato è un contratto appena firmato niente meno che con l’agenzia Modest Golf Management di Niall Horan, super amico di Rory McIlroy e –guarda caso- pop star del gruppo degli One Direction.

“Niall è appassionato di golf –ci racconta Guido- e così è nata la Modest Golf Management, una costola della Modest Management, l’agenzia che già curava gli interessi della band. Mi sono piaciuti subito perché si sono paragonati a una boutique: vogliono pochi giocatori, ma desiderano seguirli molto bene, con mille attenzioni”.

Il risultato di questa collaborazione sono stati sette inviti ad altrettanti tornei Challenge ai quali si aggiungono i due appuntamenti del circuito che si giocano in Italia: “Nove date – continua Guido- in cui voglio partire subito alla grande per puntare poi agli appuntamenti più ricchi di fine stagione”.

Nel frattempo, grazie alla Modest Golf Management, ha vissuto l’ultima Ryder Cup dietro le quinte: “L’ultima sera –racconta- ho giocato a ping pong con Justin Rose e abbiamo battuto Poulter e Pieters. Non ci sono rimasti benissimo, ma forse perché il tasso alcolico era alto: quella notte si sbocciava alla grande”.

E cos’altro ti ha lasciato quell’esperienza? “Beh, stando vicino a questi campioni, mi sono reso conto che non sono diversi da me. Si allenano come me, la sera fanno le cose che faccio io e allora mi sono detto: perché loro sì e io no?”

E che risposta ti sei dato? “Che loro sono più avanti nel percorso da golfista, io sono all’inizio. Ma posso farcela. Devo crescere, ovvio, ma mi occorre solo fare esperienza”.

Nient’altro? “Beh, devo smetterla di mandare in vacca quei giri in cui le cose non vanno come voglio io. Da amateur succedeva perché se le cose non giravano nel modo giusto, non volevo perder tempo a pormi domande alle quali in quei momenti non riuscivo a trovare risposte. Non mi andava di incasinarmi la mente, tanto sapevo che la gara dopo sarebbe andato tutto a posto. Adesso no: adesso devo studiare ogni colpo con dedizione. E magari affidandomi anche alla mappetta e non solo all’istinto”.

Vuoi dire che non hai mai usato la mappa? “No… Ho occhi buoni e il Bushnell mi ha salvato. E poi, dai, nei giri di gara finivo sempre dove ero già stato in allenamento, per cui che altro c’era da sapere?”.

In fondo il golf è un gioco semplice, siamo noi che lo incasiniamo: parola di Migliozzi.

(da Golf & Turismo, marzo 2017)

Leave A Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *