Tiger: tutto parte dalle mani

Ho scovato online una recente intervista che Tigerone ha rilasciato al sito del Pga Tour. Si tratta di una lunghissima chiacchierata nella quale il Fenomeno (che oggi rientra in campo a Torrey Pines NdR) racconta come testa la sua attrezzatura e come si allena. Questa che segue è la parte che più mi ha incuriosito, perché, per certi versi, Tiger sembra molto simile a noi neurolabili dello swing: tanto feeling, tante mani e poca scienza. Ma, ovviamente, è tutto relativo….
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Come decide se un bastone può andare bene? “Per prima cosa, quando metto giù il ferro o il legno in questione, mi devono piacere. Se non mi piacciono, come posso tirare il più perfetto dei colpi con qualcosa che non soddisfa il mio occhio? Ok, adesso supponiamo che il bastone che ho davanti mi piaccia. Bene, a questo punto, mi chiedo: come lo sento nelle mani mentre faccio un waggle? Le mie mani sono l’unica cosa che tocca il bastone durante lo swing e negli anni ho imparato a dar loro fiducia ed è per questo motivo che quando voglio testare un bastone, ci faccio subito parecchi waggle. E capisco subito se è buono o se è troppo pesante nel tacco o se il peso è troppo indietro. Ho un certo senso per questo tipo di cose. Poi inizio a colpire: dapprima in modo normale, diciamo un paio di palle così, poi un paio a bomba. Infine, qualche giorno più tardi, provo l’attrezzatura in campo”.

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Ha sempre usato fare i waggle? “Sempre. Mio padre era convinto che bisognasse avere una gran fiducia nelle proprie mani, e che dovessero essere loro a guidare lo swing. Perciò questo è sempre stato quello che ho fatto. Per quanto io possa ricordare, ho sempre fatto dei waggle con i bastoni e ho sempre cercato di riceverne un feeling. Onestamente, però, oggi è molto più facile sentire il bastone rispetto a un tempo, perché non scordiamoci che quando ho iniziato io, la palla e le teste dei driver avevano più o meno la stessa dimensione. E ricordiamo anche che oggi c’è una maggiore distribuzione del peso rispetto a un tempo”.

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Come si relaziona con i numeri del Trackman? “Diciamo più o meno 80/20: per l’80% mi affido al feeling e per il restante 20% guardo al Trackman. Lo uso soprattutto per avere la conferma di quello che sento. Certo, è figo leggere i numeri. Mi piace soprattutto farlo per quanto riguarda le linee del mio swing. Ma, soprattutto quando provo dei bastoni lunghi, mi interessa conoscere il mio spin rate, che è veramente un dato su cui mi concentro molto. So che un sacco di ragazzi sono attentissimi ai numeri del Trackman e a quanto lunga la sparano. In questo senso, io lo utilizzo moltissimo per controllare le specifiche distanze con i wedge. E faccio questo lavoro nel giardino di casa mia”.

 

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