In vista dell’inizio di questo 117° U.S. Open, il primo a disputarsi in Wisconsin sul meraviglioso tracciato di Erin Hills, qualche statistica è d’obbligo, soprattutto se si sta pensando di puntare qualche euro sul nome del possibile vincitore.
Dunque:
- 7.741 sono le yards totali del tracciato, il più lungo della storia tra quelli che hanno ospitato uno U.S. Open;
- 72 è il par del campo, contro i canonici par 70 o 71 tipici del secondo Major stagionale (l’ultimo par 72 è stato Pebble Beach nel 1992);
- 260 sono gli ettari della proprietà nella quale è situato Erin Hills;
- la 9 è la buca preferita dagli architetti: un par 3 in discesa, la cui distanza varierà tra le 140 e le 165 yards;
- se non dovesse riuscire a giocarlo, questo sarebbe dal 1993 il primo U.S. Open senza Phil Mickelson ai nastri di partenza (e all’epoca Jordan Spieth non era ancora nato);
- Dustin Johnson è il campione in carica, ma è dal 1989, anno della doppietta a Oak Hill di Curtis Strange, che nessun giocatore riesce a bissare il titolo dello U.S. Open;
- negli ultimi 40 giri giocati dal 2014 nei tornei major, DJ era nei Top 5 dopo 20 di questi;
- gli ultimi 8 U.S. Open non hanno avuto un play off: se anche quest’edizione, dunque la nona di fila, finisse nei giri regolamentari, sarebbe record;
- 5 degli ultimi 6 vincitori del torneo erano piazzati tra i primi 14 del World Ranking;
- dal 2010, nello U.S. Open, solo due giocatori con un minimo di 16 rounds giocati vantano una miglior media score rispetto a Billy Horschel;
- Alex Noren e Hideki Matsuyama sono i due partecipanti al torneo con il maggior numero di vittorie (5) dal luglio 2016;
- negli ultimi 11 major, nessuno ha segnato più birdie ed eagle di Justin Rose;
- meno 43 è lo score totale registrato da Jason Day nei tornei major dal 2013: l’australiano è primo in questa speciale classifica, 10 colpi davanti al secondo;
- Day, Rose e Rory giocheranno insieme nei primi due giri: dal 2013 sono rispettivamente 1°, 3° e 4° nella media score dei major.