Vuoi vincere ? Pochi legni, tanti wedge

Se c’è una lezione che possiamo trarre dal Dubai World Championship che si sta disputando in questi giorni negli Emirati Arabi è che nel golf moderno non sono i 7.000 metri di percorso (il Jumeirah Golf Estates è di 7.706 yards NdR) che possono proteggere il par.

Nossignore.

Voglio dire: il Jumeirah è un campo sul quale dal 2009 la media score dei partecipanti all’evento conclusivo del circuito europeo è stata di 70,6. Ma non solo: nel 2013 Enrichetto Stenson vinse qui il suo primo titolo con un abbondante meno 25. E ancora: dal 2009 a oggi, la media del punteggio vincente è stata di 19,75 colpi sotto al par.

Tanta, tantissima roba, se si pensa che stiamo discutendo di un tracciato disegnato da Greg Norman con la massima cattiveria possibile.

Eppure… eppure ogni anno le 7.706 yards del percorso vengono triturate dai giocatori in campo come neppure i denti di uno squalo bianco saprebbero fare.

Su come sia possibile questo scenario da cannibali del fairway, valga un dato su tutti: quello relativo alla velocità media della testa del bastone.

I dati ci vengono forniti dal Pga Tour, ma facilmente potrebbero essere copiati e incollati nelle statistiche dell’European Tour.

Dunque: se nel 2007 la velocità media della testa del bastone era di 112,78 mph e la più rapida segnava 124 mph, oggi, dieci anni più tardi, la media è salita a 114,13 mph e la più rapida segna 128,11 mph.

Ma non solo: se nel 2007 solo 9 giocatori sul circuito vantavano più di 120 miglia orarie, nel 2017 questa cifra è salita a 18 players.

In questo quadro, non va dimenticato che 8 miglia orarie in più di velocità, equivalgono quasi a 10 metri di distanza in più, sia dal tee che coi ferri al green.

Insomma: la tendenza generale ci racconta che, grazie alla moderna tecnologia e soprattutto grazie a una preparazione atletica ferrata, tutto il circo del circuito sta migliorando le sue prestazioni in quanto a potenza. Non è dunque un caso se sempre più spesso nelle sacche dei giocatori s’intravedono ben quattro wedge e solo un legno oltre al driver: se per i giocatori del Tour i campi si accorciano (nonostante si allunghino in yards), conta ovviamente sempre di più la precisione dalle 120 yards in giù.

Morale: passano gli anni, si cambia secolo, ma l’adagio di un famoso spot -la potenza è nulla senza il controllo- si conferma quanto mai attuale. Per lo meno nel golf.

 

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