Willett: cambiare tutto per vincere a Wentworth

Continuare a fare le stesse cose e sperare che il risultato cambi è o l’anticamera della follia, o, come minimo, una mossa furba come asciugarsi i capelli col phon sotto la doccia.

Danny Willett, 31enne nervoso come una biscia morsa da una tarantola che arriva da Sheffield con una giacca verde già appesa nell’armadio, a fine 2017 ha cestinato quello che era il suo usato sicuro (il coach e il caddie) e ha ricominciato da zero. Anzi, per essere precisi, con un livello di felicità che in una scala da Baglioni a Venditti era fisso sul livello “medio”, ha ricominciato dalla posizione 462 del World Ranking, dove era precipitato dopo essere stato addirittura numero 9 al mondo.

Da lì in basso che più in basso non si può se in carriera hai vinto un Masters e giocato una Ryder, con grinta e tenacia, con il nuovo caddie incaricato in campo di “non farmi sentire troppo dispiaciuto per l’inferno dove ero finito”, ha risalito la china del golf.

Oggi Danny Willett ha vinto da campione a Wentworth il BMW Pga Championship, il suo 1° titolo in suolo inglese, e si è issato in 31° posizione globale.

Ha vinto da campione, dicevo, il nostro Danny, che tra un acciacco alla schiena e uno alla spalla, nonostante tutte le sfighe, non si è mai comportato da vittima, perché sapeva bene che le vittime non hanno scelta, mentre lui l’aveva. E infatti Danny ha scelto di cambiare: è volato negli States a lezione da Sean Foley, per ricostruire il suo swing intorno a una schiena che pareva integra, ma che era a pezzi e che faceva oioioioioi a ogni colpo.

Troppo “side bending” ha vaticinato Foley, troppa inclinazione all’impatto tra la colonna e il fianco, quel fianco che non girava verso il bersaglio, ma che, inchiodandosi, metteva chili di pressione sulle vertebre malconce.

Il risultato era un giocatore che a volte non riusciva neppure a camminare, figuriamoci a swingare: 63 i tornei giocati tra il Masters 2016 e Dubai 2018 e il taglio di metà gara era stato mancato in 32 di essi. Un disastro, raga.

953 giorni di inferno, prima di tornare a vincere il DP Tour Championship alla fine dello scorso anno: il 1° segnale che le cose cominciavano a girare bene. Soprattutto girava bene il fianco, ma mai bene come oggi sul secondo colpo della 18 di Wentworth, quando la schiena è rimasta libera e fluida verso il bersaglio. Anzi, fluida come quel sorso di champagne che lo attendeva alla premiazione.

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